WARNING:
JavaScript is turned OFF. None of the links on this concept map will
work until it is reactivated.
If you need help turning JavaScript On, click here.
Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: La crisi del Trecento 2, LA CRISI DEL TRECENTO determinò nelle zone più adatte, l'introduzione in agricoltura di coltivazioni intensive, le terre marginali, meno adatte alla coltivazione, vennero lasciate al pascolo per cui aumentò la produzione di latticini e carne, a Firenze l'industria della lana si specializzò nella produzione di stoffe pregiate destinate ai ceti più alti mentre altrove (al esempio in Inghilterra) si avviò una produzione di panni di basso costo, destinati ai ceti più bassi, sfruttando anche il lavoro a cottimo della manodopera contadina, ad una trasformazione del sistema economico e produttivo che in alcune aree permise una veloce ripresa delle attività imprenditoriali e un nuovo aumento della popolazione a partire dalla seconda metà del Trecento, l'adattamento del sistema produttivo alle nuove condizioni del mercato per cui a Firenze l'industria della lana si specializzò nella produzione di stoffe pregiate destinate ai ceti più alti, LA CRISI DEL TRECENTO determinò con lo spopolamento dei centri urbani una riorganizzazione urbanistica ed architettonica, nelle zone più adatte, l'introduzione in agricoltura di coltivazioni intensive e di coltivazioni destinate all'industria di trasformazione (come piante per la tintura e come il baco da seta nel milanese), LA CRISI DEL TRECENTO portò ad una trasformazione del sistema economico e produttivo, le terre marginali, meno adatte alla coltivazione, vennero lasciate al pascolo fenomeno che investì soprattutto il meridione d'Italia e le aree più spopolate, dove dunque per i proprietari era più difficile reperire manodopera a basso costo, LA CRISI DEL TRECENTO determinò l'adattamento del sistema produttivo alle nuove condizioni del mercato, altrove (al esempio in Inghilterra) si avviò una produzione di panni di basso costo, destinati ai ceti più bassi, sfruttando anche il lavoro a cottimo della manodopera contadina che non essendo specializzata costava meno, in alcune aree permise una veloce ripresa delle attività imprenditoriali e un nuovo aumento della popolazione a partire dalla seconda metà del Trecento anche se in alcune aree geografiche gli effetti della crisi provocarono cambiamenti strutturali negativi che si protrassero a lungo, accompagnandosi alla svolta culturale del XV secolo portò alla trasformazione della città medievale con strade più ampie, spazi meno caotici, edifici non più addossati gli uni agli altri, nelle zone più adatte, l'introduzione in agricoltura di coltivazioni intensive mentre le terre marginali, meno adatte alla coltivazione, vennero lasciate al pascolo, con lo spopolamento dei centri urbani una riorganizzazione urbanistica ed architettonica che accompagnandosi alla svolta culturale del XV secolo portò alla trasformazione della città medievale