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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: Il fascismo 4, a partire dalla prima fase caratterizzata dal programma liberista enunciato dal PNF che tuttavia intervenne nel salvataggio di gruppi industriali (come l'Ansaldo) e del Banco di Roma, dalla svolta "autarchica" che si ebbe dopo il 1935 consistente in un ulteriore chiusura dell'Italia ai mercati esteri accompagnata dallo sforzo di incentivare in ogni modo la produzione interna, LA POLITICA ECONOMICA DEL REGIME FASCISTA subì un'evoluzione a partire dalla prima fase caratterizzata dal programma liberista enunciato dal PNF, la politica liberista venne abbandonata a favore di un più deciso intervento dello stato in campo economico tanto che già nel '27 l'obiettivo venne raggiunto, ma a prezzo di un impoverimento complessivo della economia italiana, irrigidimento della politica di Mussolini in conseguenza della reazione internazionale alla conquista italiana dell'Etiopia in quanto la Società delle Nazioni impose all'Italia delle sanzioni economiche che per la verità erano abbastanza blande, ma che servirono a Mussolini come arma di propaganda contro le "plutocrazie"che affamavano gli italiani, nel '26 Mussolini decise di porre un drastico rimedio all'inflazione di cui soffriva la nostra moneta e sostituì De Stefani con Giuseppe Volpi, uomo più vicino alle idee dirigiste del duce dopo che era stato raggiunto in quell'anno il pareggio del bilancio, a partire dalla prima fase caratterizzata dal programma liberista enunciato dal PNF che si chiuse con la "battaglia per quota 90", il salvataggio delle banche in difficoltà (che controllavano importanti pacchetti azionari delle maggiori imprese produttive) venne affidato ad un altro ente statale, l'IRI (1933), che assunse direttamente il controllo di molti istituti finanziari e di molte industrie nei settori strategici operazione conclusa con la riforma bancaria del '36, con la quale venne affidato alla Banca d'Italia il controllo del sistema creditizio, LA POLITICA ECONOMICA DEL REGIME FASCISTA fu caratterizzata negli anni '30 dalla svolta "autarchica" che si ebbe dopo il 1935, un ulteriore chiusura dell'Italia ai mercati esteri accompagnata dallo sforzo di incentivare in ogni modo la produzione interna obiettivo che in un paese povero di materie prime produsse effetti deleteri nel sistema produttivo e nella qualità della vita della popolazione, dalla svolta "autarchica" che si ebbe dopo il 1935 a causa dell' irrigidimento della politica di Mussolini in conseguenza della reazione internazionale alla conquista italiana dell'Etiopia, da un'ulteriore spinta antiliberista, quando dopo la crisi del '29 nacque "lo stato imprenditore" (ovvero una compartecipazione dello stato alla direzione delle principali attività finanziarie e industriali del paese) in quanto il salvataggio delle banche in difficoltà (che controllavano importanti pacchetti azionari delle maggiori imprese produttive) venne affidato ad un altro ente statale, l'IRI (1933), che assunse direttamente il controllo di molti istituti finanziari e di molte industrie nei settori strategici, si chiuse con la "battaglia per quota 90" quando nel '26 Mussolini decise di porre un drastico rimedio all'inflazione di cui soffriva la nostra moneta e sostituì De Stefani con Giuseppe Volpi, uomo più vicino alle idee dirigiste del duce, nel '26 Mussolini decise di porre un drastico rimedio all'inflazione di cui soffriva la nostra moneta e sostituì De Stefani con Giuseppe Volpi, uomo più vicino alle idee dirigiste del duce soprattutto per difendere il prestigio internazionale del regime, nel '26 Mussolini decise di porre un drastico rimedio all'inflazione di cui soffriva la nostra moneta e sostituì De Stefani con Giuseppe Volpi, uomo più vicino alle idee dirigiste del duce inflazione causata da un eccesso di importazioni rispetto alle esportazioni, la contrazione dei flussi migratori negli Stati Uniti, che riducevano l'afflusso di moneta pregiata nelle casse italiane, la maggiore concorrenzialità delle economie europee, la convertibilità in oro delle altre monete che le rendeva più solide e forti, da un'ulteriore spinta antiliberista, quando dopo la crisi del '29 nacque "lo stato imprenditore" (ovvero una compartecipazione dello stato alla direzione delle principali attività finanziarie e industriali del paese) in quanto la crisi finanziaria che stava mettendo in ginocchio i grandi gruppi industriali venne arginata con la crazione dell'IMI (1931), un istituto che aveva il compito di drenare il risparmio degli italiani con l'emissione di obbligazioni decennali per concedere prestiti alle industrie in difficoltà, da un'ulteriore spinta antiliberista, quando dopo la crisi del '29 nacque "lo stato imprenditore" (ovvero una compartecipazione dello stato alla direzione delle principali attività finanziarie e industriali del paese) in quanto nacquero nei fatti in questi anni le corporazioni (1934) e nel 1939 la Camera dei Deputati venne sostituita con la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, ebbe come capisaldi il contenimento del costo del lavoro (anche grazie all'opera repressiva intrapresa dal fascismo nei confronti di sindacati e partiti di sinistra) e l'alleggerimento del carico fiscale per le imprese e che beneficiò della congiuntura economica mondiale favorevole (sono gli anni in cui il sostegno statunitense aveva avviato una ripresa delle economie europee), a partire dalla prima fase caratterizzata dal programma liberista enunciato dal PNF che ebbe come capisaldi il contenimento del costo del lavoro (anche grazie all'opera repressiva intrapresa dal fascismo nei confronti di sindacati e partiti di sinistra) e l'alleggerimento del carico fiscale per le imprese, nel '26 Mussolini decise di porre un drastico rimedio all'inflazione di cui soffriva la nostra moneta e sostituì De Stefani con Giuseppe Volpi, uomo più vicino alle idee dirigiste del duce per cui la politica liberista venne abbandonata a favore di un più deciso intervento dello stato in campo economico