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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: Il fascismo 2, nacque nel 1921 il Partito Nazionale Fascista, con un programma radicalmente diverso da quello di S. Sepolcro: difesa dell'ordine, delle tradizioni, dell'interesse della patria, obbedienza cieca a Mussolini, "duce" della rivoluzione fascista un programma dunque che coniugava ambiguamente spinte antiliberali, destabilizzanti per lo stato, e conservatorismo, violenza rivoluzionaria e difesa dell'ordine sociale costituito, il delitto di Giacomo Matteotti che aveva denunciato le violenze e i brogli avvenuti durante le elezioni, caduto il governo Bonomi nella primavera del '22, la debolezza del governo Facta convinse Mussolini a tentare la spallata rivoluzionaria e a questo scopo dalle colonne del Popolo d'Italia si propose come vero difensore dell'autorità dello stato monarchico, rinnegando così la propria matrice repubblicana, difendendo l'esercito e adottando un programma economico di impianto liberista, a Mussolini venne conferito l'incarico di formare un governo di coalizione in cui entrarono PNF, nazionalisti, liberali e anche popolari a cui seguì la riforma elettorale (legge Acerbo) che prevedeva un forte premio di maggioranza alla forza o alla coalizione che riceveva più voti, dopo le elezioni del 1921 Giolitti si dimise, prendendo atto di non avere la maggioranza per governare, e fu sostituito da Bonomi che chiese alle forze dell'estrema un "patto di pacificazione", a Mussolini venne conferito l'incarico di formare un governo di coalizione in cui entrarono PNF, nazionalisti, liberali e anche popolari a cui seguì la nascita del Gran Consiglio del fascismo e della Milizia (Mvsn), il re rifiutò, rivelando così la propria vicinanza al fascismo, in cui vedeva lo strumento di una svolta autoritaria e conservatrice per cui a Mussolini venne conferito l'incarico di formare un governo di coalizione in cui entrarono PNF, nazionalisti, liberali e anche popolari, L'ASCESA AL POTERE DI MUSSOLINI si consolidò con il delitto di Giacomo Matteotti, la riforma elettorale (legge Acerbo) che prevedeva un forte premio di maggioranza alla forza o alla coalizione che riceveva più voti dopo la quale vennero indette le elezioni nella primavera del 1924, Mussolini, pur avendolo firmato, si trovò in difficoltà con le frange più violente del movimento, con le quali scese a patti impegnandosi a non rispettare il patto e lasciare che le violenze continuassero in cambio della trasformazione del movimento in partito (scelta che i movimentisti avversavano) così nacque nel 1921 il Partito Nazionale Fascista, con un programma radicalmente diverso da quello di S. Sepolcro: difesa dell'ordine, delle tradizioni, dell'interesse della patria, obbedienza cieca a Mussolini, "duce" della rivoluzione fascista, quasi tutti i partiti decisero di abbandonare in segno di protesta il Parlamento (secessione dell'Aventino) ma Vittorio Emanuele III non intervenne e l'episodio servì paradossalmente a Mussolini per rafforzare il proprio potere, che coniugava ambiguamente spinte antiliberali, destabilizzanti per lo stato, e conservatorismo, violenza rivoluzionaria e difesa dell'ordine sociale costituito come dimostra il fatto che caduto il governo Bonomi nella primavera del '22, la debolezza del governo Facta convinse Mussolini a tentare la spallata rivoluzionaria, opinione pubblica, giornali e partiti dell'opposizione chiesero con forza un intervento del re perché chiedesse a Mussolini le dimissioni e quasi tutti i partiti decisero di abbandonare in segno di protesta il Parlamento (secessione dell'Aventino), si prospettava come un grave attentato alle istituzioni per cui Facta chiese al re di proclamare lo stato d'assedio ma il re rifiutò, rivelando così la propria vicinanza al fascismo, in cui vedeva lo strumento di una svolta autoritaria e conservatrice, vennero indette le elezioni nella primavera del 1924 che portarono la maggioranza al PNF, aveva denunciato le violenze e i brogli avvenuti durante le elezioni e subito dopo nel giugno 1924 venne rapito e assassinato da una squadra di fascisti, con un discorso del 3 gennaio 1925 rivendicò a fronte alta la propria responsabilità e iniziò la costruzione della dittatura, con l'abolizione del diritto di sciopero e dei sindacati, del potere del Parlamento, dell'elettività dei sindaci, trasformati in podestà di nomina governativa, a Mussolini venne conferito l'incarico di formare un governo di coalizione in cui entrarono PNF, nazionalisti, liberali e anche popolari a cui seguì una politica liberista a difesa dei capitali, L'ASCESA AL POTERE DI MUSSOLINI venne preparata da la "marcia su Roma", una sorta di colpo di stato, guidato dai quadrumviri De Bono, De Vecchi, Bianchi e Balbo alla testa di centinaia di camice nere, che con atteggiamenti bellicosi si concentrarono il 28 ottobre 1922 alle porte di Roma per convincere Vittorio Emanuele III ad assegnare l'incarico di capo del governo a Mussolini, Vittorio Emanuele III non intervenne e l'episodio servì paradossalmente a Mussolini per rafforzare il proprio potere infatti da quel momento emanò in rapida successione una serie di leggi "fascistissime": scioglimento dei partiti, abolizione della libertà di stampa, istituzione dell'OVRA, dei Tribunali speciali, della pena di morte, del confino per reati politici