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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: Il primo conflitto mondiale 2, dalla corona e dal ministro degli esteri Sonnino dopo che le forze dell'Intesa si erano dichiarate disponibili a garantire all'Italia importanti acquisizioni territoriali, LA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA AL PRIMO CONFLITTO MONDIALE fu decisa dalla corona e dal ministro degli esteri Sonnino, gli irredentisti che chiedevano il completamento del processo risorgimentale, Mussolini, allora direttore dell'Avanti, venne espulso per le sue posizioni interventiste e in seguito grazie ai finanziamenti delle lobbies industriali, fondò Il popolo d'Italia, bisognava preparare il paese ad accettare la decisione per cui di fronte al Parlamento contrario Salandra si dimise, i socialisti anche se gli altri partiti socialisti europei si erano schierati a favore dell'intervento, l'esercito italiano schierato lungo il Brennero, il Carso e l'Isonzo un fronte che era svantaggioso sul piano strategico per le nostre truppe, gli altri partiti socialisti europei si erano schierati a favore dell'intervento ad eccezione del partito bolscevico in Russia, interventisti fra i quali personalità della cultura, come D'Annunzio, interventisti fra i quali gli irredentisti, svantaggioso sul piano strategico per le nostre truppe perché dal punto di vista geomorfologico le linee austriache erano favorite, LA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA AL PRIMO CONFLITTO MONDIALE vide nel paese una maggioanza contraria alla guerra, svantaggioso sul piano strategico per le nostre truppe e ciononostante le nostre truppe vennero impegnate in quattro offensive sanguinose e inutili nel corso del 1915 (le battaglie dell'Isonzo), grazie ai finanziamenti delle lobbies industriali, fondò Il popolo d'Italia testata che ebbe un ruolo importante nella propaganda per l'intervento e in seguito divenne l'organo ufficiale del Partito Nazionale Fascista, la neutralità poteva venire barattata con acquisizioni territoriali soprattutto visto che l'Austria dominava ancora territori che l'Italia rivendicava (le terre "irredente" del Trentino e del Friuli Venezia Giulia), solo nel maggio 1915 in quanto il governo Salandra inizialmente contava di sfruttare la neutralità sotto il profilo economico e politico, il governo Salandra inizialmente contava di sfruttare la neutralità sotto il profilo economico e politico infatti la neutralità poteva venire barattata con acquisizioni territoriali, di fronte al Parlamento contrario Salandra si dimise mentre nel paese gli interventisti organizzavano manifestazioni di piazza e intimidazioni contro i neutralisti, personalità della cultura, come D'Annunzio che rientrato in Italia nel maggio 1915 lanciò una violenta campagna per l'intervento (le "radiose giornate di maggio"), le forze dell'Intesa si erano dichiarate disponibili a garantire all'Italia importanti acquisizioni territoriali quali il Trentino e il sud Tirolo, fino al confine naturale del Brennero, la Venezia Giulia e l'Istria (esclusa Fiume) con una parte della Dalmazia