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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: il teatro di Pirandello, in ritardo rispetto alla produzione narrativa quando negli anni della prima guerra mondiale (1915/18) Pirandello vuole approdare ad un'arte che scardini in modo ancora più feroce la mistificazione ipocrita dell'assurdità della realtà, rendendone un'immagine beffarda e parodistica, IL TEATRO DI PIRANDELLO si conclude con la trilogia del "teatro dei miti", IL TEATRO DI PIRANDELLO raggiunge gli esiti più sconvolgenti con la "trilogia metateatrale", tre drammi in cui l'assurdo nasce dal teatro stesso, dalla pretesa di fare teatro, dal paradosso delle convenzioni teatrali che amplificano il paradosso della vita stessa, con la trilogia del "teatro dei miti" con la quale Pirandello attua una svolta nella sua poetica (sono gli anni della maggior chiusura conformista dell'Italia fascista), i personaggi di un dramma che l'autore non ha concluso entrano in scena durante le prove di uno spettacolo (Il giuoco delle partidello stesso Pirandello) e pretendono che il capocomico concluda la loro opera e gli attori la rappresentino, per permettere loro di vivere ma il loro progetto è destinato al fallimento, perché gli attori non sono in grado di rendere la loro tragedia, e loro stessi non guardano alla loro tragedia allo stesso modo: da qui il terribile assurdo epilogo, drammi dialettali e drammi in lingua che stravolgono le consuetudini teatrali borghesi ("teatro del grottesco) come in Il berretto a sonagli e Cosi è, se vi pare, nel capolavoro Sei personaggi in cerca d'autore (1921) in cui vengono disintegrate le leggi basilari della rappresentazione teatrale: la coerenza del copione, la distinzione tra finzione e realtà, tra attore e personaggio, tra scena e pubblico (cade la"quarta parete"), Pirandello attua una svolta nella sua poetica (sono gli anni della maggior chiusura conformista dell'Italia fascista) nel senso che le opere hanno un'ambientazione fantastica, Pirandello attua una svolta nella sua poetica (sono gli anni della maggior chiusura conformista dell'Italia fascista) nel senso che non rappresenta più la società borghese, IL TEATRO DI PIRANDELLO si afferma con drammi dialettali e drammi in lingua che stravolgono le consuetudini teatrali borghesi ("teatro del grottesco), personaggi irrigiditi come maschere grottesche, stravolti da reazioni psicologiche tortuose, scissi tra dolore e cinismo che recitano con un linguaggio stralunato, teso e "sopra le righe", IL TEATRO DI PIRANDELLO nasce in ritardo rispetto alla produzione narrativa, Pirandello attua una svolta nella sua poetica (sono gli anni della maggior chiusura conformista dell'Italia fascista) nel senso che l'azione prevede l'incombere di eventi sovrannaturali e di personaggi dotati di poteri magici, Pirandello attua una svolta nella sua poetica (sono gli anni della maggior chiusura conformista dell'Italia fascista) come nell'ultima opera (1930), incompiuta, I giganti della montagna, nella quale alcuni critici hanno letto uno spietato atto d'accusa contro il fascismo (i giganti, mostri rozzi e violenti che sbranano la protagonista, la raffinata attrice Ilse, sarebbero una trasposizione simbolica degli alti gerarchi fascisti), Pirandello attua una svolta nella sua poetica (sono gli anni della maggior chiusura conformista dell'Italia fascista) nel senso che il linguaggio teatrale ricorre a simboli oscuri e indecifrabili (scompare ogni aspetto grottesco e umoristico dalla vicenda), l'autore inizialmente mostra una certa diffidenza verso il genere anche perché è la realtà che si presenta come "una pupazzata", dunque è fallimentare la pretesa di darne una rappresentazione coerente e "vera" come pretendeva il teatro naturalistico, drammi dialettali e drammi in lingua che stravolgono le consuetudini teatrali borghesi ("teatro del grottesco) in quanto le vicende appaiono incredibili, strampalate e assurde, l'autore inizialmente mostra una certa diffidenza verso il genere come appare in un saggiodel 1908, Illustratori, attori, e traduttori, in ritardo rispetto alla produzione narrativa probabilmente perché l'autore inizialmente mostra una certa diffidenza verso il genere, gli esiti più sconvolgenti con la "trilogia metateatrale", tre drammi in cui l'assurdo nasce dal teatro stesso, dalla pretesa di fare teatro, dal paradosso delle convenzioni teatrali che amplificano il paradosso della vita stessa come ad esempio nel capolavoro Sei personaggi in cerca d'autore (1921)