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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: La seconda guerra punica, quando Sagunto venne assediata dalle truppe di Annibale il senato romano si trovò di fronte ad una scelta difficile: bisognava intervenire anche se il trattato dell'Ebro non era stato violato o subire la provocazione di Cartagine? ma alla fine quando Sagunto venne espugnata, il senato ruppe gli indugi e dichiarò la guerra (218 a.C.), Roma fece lo sforzo estremo di ricostituire un nuovo esercito, mentre Annibale non ottenne da Cartagine i rinforzi richiesti, a causa dell'ostilità degli Annoni e inoltre il senato non ripeté l'errore commesso in precedenza e concentrò l'azione militare nella penisola iberica, dove il nuovo comandante delle truppe, Publio Cornelio Scipione, si impegnò per sconfiggere Asdrubale e impedire così ad Annibale di ricevere rinforzi dal fratello, un durissimo trattato imposto alla città nemica che avrebbe dovuto rispettare il divieto di intraprendere azioni militari senza il consenso di Roma, un durissimo trattato imposto alla città nemica che avrebbe dovuto pagare una altissima indennità, pari a 10.000 talenti d'argento, perdere ogni autonomia in politica estera ed esponeva la città alle provocazioni dei popoli vicini, che potevano adesso approfittare della sua debolezza senza nessuna conseguenza, sbarcò in Africa e attaccò direttamente Cartagine che a quel punto richiamò in patria Annibale, le città federate da poco tempo (e non ancora del tutto romanizzate) si schierarono con Annibale (fra queste anche Taranto e Siracusa) tuttavia Roma fece lo sforzo estremo di ricostituire un nuovo esercito, mentre Annibale non ottenne da Cartagine i rinforzi richiesti, a causa dell'ostilità degli Annoni, LA SECONDA GUERRA PUNICA vide una prima fase in cui Annibale, che si era preparato allo scontro, con una mossa coraggiosa e inaspettata marciò con il suo esercito (non molto numeroso, ma fedele e dotato di una trentina di elefanti) attraversò le Alpi e prese di sorpresa l'esercito romano infliggendogli due sconfitte nella pianura padana, sembrò risolversi a favore di Cartagine perché le città federate da poco tempo (e non ancora del tutto romanizzate) si schierarono con Annibale (fra queste anche Taranto e Siracusa), una prima fase in cui Annibale, che si era preparato allo scontro, con una mossa coraggiosa e inaspettata marciò con il suo esercito (non molto numeroso, ma fedele e dotato di una trentina di elefanti) attraversò le Alpi e prese di sorpresa l'esercito romano infliggendogli due sconfitte nella pianura padana dopo le quali i Galli si ribellarono a Roma, alleandosi con Annibale, Annibale si spinse quasi fino a Roma e ottenne una nuova vittoria sul lago Trasimeno e a quel punto Roma, preoccupata per la sua stessa sopravvivenza, affidò lo stato ad un dittatore, Quinto Fabio Massimo, richiamò in patria Annibale che tuttavia non riuscì ad evitare una decisiva sconfitta a Zama nel 202 a.C., dopo le conquiste romane, nel senato cartaginese il partito capeggiato dalla famiglia Barca, che voleva ripristinare le finanze dello stato per poi vendicarsi sui Romani, riuscì a prevalere sul partito degli Annoni, a favore della pace per cui due fratelli Barca, Annibale e Asdrubale, a capo di un esercito mercenario, avviarono una campagna di conquiste nella penisola iberica, territorio ricco di argento, il senato non ripeté l'errore commesso in precedenza e concentrò l'azione militare nella penisola iberica, dove il nuovo comandante delle truppe, Publio Cornelio Scipione, si impegnò per sconfiggere Asdrubale e impedire così ad Annibale di ricevere rinforzi dal fratello dopo di ciò sbarcò in Africa e attaccò direttamente Cartagine, preoccupata dell'avanzata cartaginese, una città a sud dell'Ebro, Sagunto, (dunque in effetti nella zona di pertinenza cartaginese) si alleò con Roma e così quando Sagunto venne assediata dalle truppe di Annibale il senato romano si trovò di fronte ad una scelta difficile: bisognava intervenire anche se il trattato dell'Ebro non era stato violato o subire la provocazione di Cartagine?, un durissimo trattato imposto alla città nemica che avrebbe dovuto rinunciare a tutti i suoi possedimenti, ad eccezione di una striscia limitata di territorio in Africa, Roma, preoccupata per la sua stessa sopravvivenza, affidò lo stato ad un dittatore, Quinto Fabio Massimo che in effetti adottò una tattica vincente, impegnando l'esercito nemico con attacchi rapidi alle retrovie che lo logoravano e sfuggendo ai tentativi di Annibale di spingerlo ad un nuovo scontro frontale, adottò una tattica vincente, impegnando l'esercito nemico con attacchi rapidi alle retrovie che lo logoravano e sfuggendo ai tentativi di Annibale di spingerlo ad un nuovo scontro frontale tuttavia a molti questa tattica pareva poco dignitosa, per cui, alla fine del mandato di sei mesi, il potere tornò a due nuovi consoli, Terenzio Varrone e Lucio Emilio Paolo, che si lasciarono attirare in una battaglia campale a Canne, dove vennero clamorosamente sconfitti (216 a.C.), LA SECONDA GUERRA PUNICA si concluse con un durissimo trattato imposto alla città nemica, un durissimo trattato imposto alla città nemica che avrebbe dovuto cedere a Roma, quasi per intero, la sua flotta