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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: Da Costantino a Teodosio, un'altro grave pericolo investiva l'impero, quello degli Unni che dalle steppe dell'Asia centrale avanzavano verso Occidente spingendo alla fuga le popolazioni barbariche che cercavano salvezza all'interno dei confini romani anche perché gli Unni, una popolazione di origine mongolica, erano preceduti da una fama terribile di guerrieri spietati e invincibili, divenne imperatore il figlio Costanzo II (353 - 361) che mantenne la politica religiosa del padre, ma appoggiò l'arianesimo, uno dei suoi successori, l'imperatore Valente, che governava l'Oriente insieme al fratello Valentiniano, augusto d'Occidente, fu clamorosamente sconfitto dai goti ad Adrianopoli (378) e con la sua morte divenne imperatore per l'Oriente il generale Teodosio, nonostante l'educazione cristiana, era convinto della necessità di preservare la religione tradizionale per cui tolse ai cristiani tutti i privilegi di cui godevano e tornò a proteggere il paganesimo, il cristianesimo fosse ormai compenetrato profondamente nella società e nello stato in quanto la sua organizzazione era estesa ovunque e i suoi valori erano universali, divenne imperatore per l'Oriente il generale Teodosio mentre l'Occidente rimaneva al figlio di Valentiniano, Graziano, che riprese la politica filocristiana di Costantino, la Chiesa riteneva fondamentale la sopravvivenza dello stato per poter mantenere il proprio carattere universalistico e tuttavia sempre di più personalità forti come il vescovo di Milano, Ambrogio, tendevano ad esercitare una forte influenza sullo stato, tolse ai cristiani tutti i privilegi di cui godevano e tornò a proteggere il paganesimo e per questo venne chiamato dai cristiani "l'apostata", ovvero il traditore, divenne imperatore il figlio Costanzo II (353 - 361) dopo il quale divenne imperatore il nipote Giuliano, morì nel corso di una fallimentare spedizione contro i persiani (363) mentre un'altro grave pericolo investiva l'impero, quello degli Unni che dalle steppe dell'Asia centrale avanzavano verso Occidente spingendo alla fuga le popolazioni barbariche che cercavano salvezza all'interno dei confini romani, una lunga lotta tra gli aspiranti successori alla fine della quale divenne imperatore il figlio Costanzo II (353 - 361), la sua organizzazione era estesa ovunque e i suoi valori erano universali dunque lo stato poteva trovare nel cristianesimo un freno al processo di disgregazione in atto, un'altro grave pericolo investiva l'impero, quello degli Unni che dalle steppe dell'Asia centrale avanzavano verso Occidente spingendo alla fuga le popolazioni barbariche che cercavano salvezza all'interno dei confini romani tanto che uno dei suoi successori, l'imperatore Valente, che governava l'Oriente insieme al fratello Valentiniano, augusto d'Occidente, fu clamorosamente sconfitto dai goti ad Adrianopoli (378), il cristianesimo fosse ormai compenetrato profondamente nella società e nello stato per quanto la religione tradizionale sopravviveva in una minoranza di uomini colti, per i quali essa era soltanto un mezzo per mantenere la propria fedeltà ad un passato ideale ormai scomparso, DOPO COSTANTINO (337) fu evidente come il cristianesimo fosse ormai compenetrato profondamente nella società e nello stato, venne chiamato dai cristiani "l'apostata", ovvero il traditore per quanto egli in realtà fosse animato da un profondo spirito di tolleranza, che si alimentava di un neopaganesimo tuttavia troppo colto ed elitario per potere avere presa sulla maggioranza dei sudditi, il cristianesimo fosse ormai compenetrato profondamente nella società e nello stato in quanto la Chiesa riteneva fondamentale la sopravvivenza dello stato per poter mantenere il proprio carattere universalistico, tolse ai cristiani tutti i privilegi di cui godevano e tornò a proteggere il paganesimo attirando su di sé l'odio dei cristiani, ormai radicati e forti all'interno dell'impero, divenne imperatore per l'Oriente il generale Teodosio che riuscì a salvare Costantinopoli stipulando con i goti un accordo (381) che prevedeva il loro stanziamento nella penisola balcanica come popolo federato, divenne imperatore il nipote Giuliano che pur tra i contrasti, lo aveva affiancato in importanti operazioni militari