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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: Il cristianesimo, alla fine del primo e nel corso del secondo secolo quando si ebbe la massima affermazione della filosofia stoica, che per molti versi proponeva una morale vicina a quella cristiana (esaltazione del bene, fratellanza, moderazione), IL CRISTIANESIMO si diffuse a Roma grazie alla predicazione degli apostoli in tutto il territorio dell'impero, IL CRISTIANESIMO suscitò all'inizio la diffidenza dello stato, IL CRISTIANESIMO suscitò all'inizio la diffidenza della popolazione, grazie alla predicazione degli apostoli in tutto il territorio dell'impero soprattutto alla fine del primo e nel corso del secondo secolo, IL CRISTIANESIMO inizialmente venne comunque tollerato (lo dimostra l'assenza di leggi specifiche contro i cristiani), per quanto i cristiani non potessero professare apertamente la loro fede, il loro "fanatico" rifiuto a partecipare alle cerimonie religiose romane e di venerare l'immagine dell'imperatore, a Roma penetrarono facilmente tradizioni religiose orientali parallelamente alla trasformazione dello stato nella direzione di una sempre maggiore omologazione culturale tra oriente e occidente, venerare l'immagine dell'imperatore mentre per la religione romana, che era una religione di stato, il confine tra fede e politica non esisteva, il disprezzo cristiano verso il lusso, i piaceri terreni, la forza fisica e la violenza dunque verso il sistema di valori romano, IL CRISTIANESIMO fece proseliti inizialmente tra i ceti più bassi, quelli più sensibili al messaggio di speranza ultraterrena che la nuova religione proponeva, IL CRISTIANESIMO si diffuse a Roma rapidamente, grazie alla unità territoriale e culturale che l'impero aveva garantito in un'area vastissima, dello stato per il disprezzo cristiano verso il lusso, i piaceri terreni, la forza fisica e la violenza, venne comunque tollerato (lo dimostra l'assenza di leggi specifiche contro i cristiani), per quanto i cristiani non potessero professare apertamente la loro fede ma a partire dal III secolo, quando l'impero entrò in crisi, la tolleranza nei suoi confronti venne abbandonata, della popolazione per la tendenza dei cristiani di chiudersi nelle loro comunità, creando una sorta di società parallela, aperta solo agli adepti, dello stato per il loro "fanatico" rifiuto a partecipare alle cerimonie religiose romane, inizialmente tra i ceti più bassi, quelli più sensibili al messaggio di speranza ultraterrena che la nuova religione proponeva tuttavia a partire dal III secolo la cultura tradizionale romana, imperniata nel paganesimo, andò in crisi e gradualmente anche tra i ceti più alti (cominciando dalle aristocrazie orientali) fece presa il messaggio cristiano, alla fine del primo e nel corso del secondo secolo quando a Roma penetrarono facilmente tradizioni religiose orientali, inizialmente tra i ceti più bassi, quelli più sensibili al messaggio di speranza ultraterrena che la nuova religione proponeva che anche a Roma si organizzarono in comunità (chiese) guidate da presbiteri (anziani) e diaconi (amministratori della comunità), dello stato per il messaggio rivoluzionario di un dio che predilige i poveri e i deboli