Warning:
JavaScript is turned OFF. None of the links on this page will work until it is reactivated.
If you need help turning JavaScript On, click here.
Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: neorealismo 1, riaspetto alle pellicole del periodo fascista, piene di retorica e lontane dalla realtà, mostravano la vita vera di quegli anni difficili, con attori spesso non professionisti, con riprese effettuate in ambienti reali, con una recitazione naturale come Roma città aperta e Paisà di Rossellini Ladri di biciclette e Sciuscià di De Sica, Riso amaro di De Santis o La terra trema di Visconti, NEOREALISMO la definizione deriva da i film di quegli anni, definiti così perché inaugurarono una svolta nella cinematografia, la scelta di tematiche d'attualità, come la guerra di resistenza, l'esperienza dei campi di concentramento, la povertà e la voglia di riscatto delle popolazioni meridionali, la realtà marginale del mondo contadino e l'attenzione per il recente passato, interpretato tuttavia sempre in chiave impegnata (lo sfruttamento delle masse, la lotta di classe, la sostanziale positività dei ceti più bassi confrontata con gli egoismi e l'arroganza dei ceti più alti, una certa eterogeneità delle scelte e della qualità dei risultati per cui le opere più convicenti furono quelle che si distaccarono dall' "ortodossia" schematica dell' "intellettuale organico", opere di autori come Vittorini, Pavese, Fenoglio, Carlo Levi e Primo Levi, che infatti non sempre vennero compresi e apprezzati dalla critica "militante"), NEOREALISMO nacque dal clima di entusiasmo e rinnovamento dopo la tragedia della seconda guerra mondiale: bisognava ricostruire l'economia del Paese, il tessuto sociale ma in un certo senso anche la dignità di un popolo, era una sfida per realizzare una società migliore, NEOREALISMO si differenziò dal realismo delle stagioni precedenti, in quanto la scelta di aderire alla verità dei fatti era anche scelta ideologica, implicava l'adesione ad un progetto di trasformazione della realtà, nasceva dall'impegno politico, anche se non necessariamente dall'impegno partitico, realismo delle stagioni precedenti, in quanto la scelta di aderire alla verità dei fatti era anche scelta ideologica, implicava l'adesione ad un progetto di trasformazione della realtà, nasceva dall'impegno politico, anche se non necessariamente dall'impegno partitico seguendo la tendenza del filosofo J.P. Sartre che in Francia affermava la necessità di lottare per il rinnovamento politico e sociale anche attraverso la letteratura, la quale dunque doveva essere "impegnata" e non d'evasione, NEOREALISMO ebbe come limite una certa eterogeneità delle scelte e della qualità dei risultati, realismo delle stagioni precedenti, in quanto la scelta di aderire alla verità dei fatti era anche scelta ideologica, implicava l'adesione ad un progetto di trasformazione della realtà, nasceva dall'impegno politico, anche se non necessariamente dall'impegno partitico ciò comportò la scelta di tematiche d'attualità, come la guerra di resistenza, l'esperienza dei campi di concentramento, la povertà e la voglia di riscatto delle popolazioni meridionali, la realtà marginale del mondo contadino, i film di quegli anni, definiti così perché inaugurarono una svolta nella cinematografia in quanto riaspetto alle pellicole del periodo fascista, piene di retorica e lontane dalla realtà, mostravano la vita vera di quegli anni difficili, con attori spesso non professionisti, con riprese effettuate in ambienti reali, con una recitazione naturale, realismo delle stagioni precedenti, in quanto la scelta di aderire alla verità dei fatti era anche scelta ideologica, implicava l'adesione ad un progetto di trasformazione della realtà, nasceva dall'impegno politico, anche se non necessariamente dall'impegno partitico tuttavia il modo di intendere l'impegno politico e la posizione dell'intellettuale rispetto al partito comunista aprì una polemica tra scrittori, artisti, critici e leader politici, le opere più convicenti furono quelle che si distaccarono dall' "ortodossia" schematica dell' "intellettuale organico", opere di autori come Vittorini, Pavese, Fenoglio, Carlo Levi e Primo Levi, che infatti non sempre vennero compresi e apprezzati dalla critica "militante") mentre in altri casi si verificò una certa deriva populustica, che nasceva da una visione acritica e piuttosto ingenua della sostanziale positività dei ceti più bassi, portatori di valori sempre progressisti e di una efficace energia di rinnovamento, il modo di intendere l'impegno politico e la posizione dell'intellettuale rispetto al partito comunista aprì una polemica tra scrittori, artisti, critici e leader politici infatti dopo la pubblicazione dei Quaderni dal carcere di Gramsci, negli ambienti di sinistra si diffuse la tendenza a considerare l'intellettuale come "organico" nella lotta delle classi sfruttate, e dunque egli doveva essere fedele alla linea del partito: così la pensava il leader Togliatti, realismo delle stagioni precedenti, in quanto la scelta di aderire alla verità dei fatti era anche scelta ideologica, implicava l'adesione ad un progetto di trasformazione della realtà, nasceva dall'impegno politico, anche se non necessariamente dall'impegno partitico ciò comportò la ricerca di uno stile "antiletterario" sincero e immediato, adeguato ai contenuti e ai propositi della nuova letteratura, dopo la pubblicazione dei Quaderni dal carcere di Gramsci, negli ambienti di sinistra si diffuse la tendenza a considerare l'intellettuale come "organico" nella lotta delle classi sfruttate, e dunque egli doveva essere fedele alla linea del partito: così la pensava il leader Togliatti ma lo scrittore Vittorini nel Politecnico gli rispose con fermezza che la letteratura doveva soprattutto salvaguardare lo spirito critico contro ogni dogmatismo e pertanto era fondamentale che si mantenesse autonoma dalla politica e dal controllo dei partiti, la ricerca di uno stile "antiletterario" sincero e immediato, adeguato ai contenuti e ai propositi della nuova letteratura che attinse a due modelli: la narrativa americana degli anni '30, per l'efficacia dei dialoghi e la scioltezza narrativa, e il verismo per l'uso del dialetto in funzione mimetica